sabato 18 ottobre 2014

Gela –  Dopo alcune lamentele sulla caduta di una Palma nel quartiere “Settefarine”, ritorna la questione della inutilità della Ghelas, società di “servizi” partecipata del Comune.
L’A.D. Robbilatte sbottava sul giornale “la Sicilia”, il 14 Settembre 2014 scorso, contestando le critiche ricevute nell’occasione indicata in attacco, denunciando che con solo 10 gli addetti non può curare il verde pubblico e garantire un pronto intervento in caso di urgenza. 
"La Sicilia" del 14 Settembre 2014

  Frase che dimostra la sua onesta e anche delle mancanze nella sua gestione sociale, infatti, come potrebbe  l’Amministratore Delegato garantire un servizio efficiente?
Peccato che la società  è piena zeppa di dipendenti, circa 100, se solo 10 si occupano del verde pubblico, cosa fanno gli altri 90 dipendenti?  E’ pacifico che ci siano ampie sacche di inefficienza all’interno della Ghelas e se l’A.D. riconosce l’esigenza di più personale in un determinato settore, cosa si dovrebbe fare? Assumere altro personale?
Non capisco perché – inoltre - debba essere la cittadinanza, o un gruppo facebook come questo, a controllare l’operato di un’appaltatore del Comune che sempre più spesso si dimostra lento, sbadato ed inconcludente;  eppure esistono commissioni, nuclei, comitati ristretti e uffici che dovrebbero occuparsi di controllare e monitorare.

Probabilmente ci troviamo di fronte al fallimento del Pubblico, l’unica vera soluzione sarebbe bandire vere gare d’appalto per garantire e mettere in concorrenza più operatori, intanto come sempre, l’inefficienza del Comune, tramite la Ghelas, viene patita dai cittadini gelesi.

Peccato che il Sindaco non abbia capito che il funzionamento del braccio operativo la Ghelas era  fondamentale per raggiungere gli obiettivi promessi in campagna elettorale, come “quelli turistici” evergreen della propaganda elettorale. 

giovedì 14 agosto 2014

Gela - 14 Agosto 2014, il Renzi Day, sarà ricordato come il festival del SELFIE tutti i politici locali hanno approfittato dell'occasione di avere "Matty" per farsi un bel selfie. Il perché è semplice, Matty è un idolo per i politici locali... il sindaco che diventa Presidente del Consiglio, un idolo ed un guru da seguire e con cui farsi la foto ricordo. Di seguito una carrellata di SELFIE e FOTO:


Consigliere Gulizzi


Don Fausciana

Don Fausciana 2

Lillo Speziale

Jerry Italia e Giornalisti





Secondo uno studio riportato dall'Indipendent farsi il selfie e la pubblicazione potrebbe essere un disturbo grave della personalità, leggi di più su: Selfite: Autoscatto e pubblicazione immediata.



mercoledì 18 giugno 2014

Scritto da Domenico Messinese
Dopo mesi di segnalazioni e reclami sul cattivo funzionamento del biologico di
Macchitella con i relativi insopportabili miasmi ed ambigui sversamenti, i cittadini gelesi hanno
deciso di recarsi nel luogo deputato alla risoluzione dei problemi della collettività, il consiglio
comunale di Gela.
Il presidente del consiglio, dott. Giuseppe Fava, con lungimirante responsabilità ha ritenuto
opportuno dare voce ai molti cittadini che si sono presentati al consiglio comunale per esprimere
ai propri rappresentanti tutto il loro malessere e la propria esasperazione per la situazione in cui
sono costretti a vivere da mesi, e per le inesistenti risposte da parte dell’amministrazione
comunale di Gela per un problema reale ed oggettivo.
I consiglieri di Gela hanno dato prova di maturità andando oltre le sterili polemiche o la
strumentalizzazione del disagio popolare.
Seguendo una condotta propositiva i consiglieri comunali hanno fatto proprie le istanze
dei cittadini, ed hanno redatto due importanti documenti entrambi votati all’unanimità da tutti i
26 consiglieri presenti in aula.
Nel primo documento si è dato mandato al sindaco di provvedere immediatamente a:
1) Trasportare i fanghi attivi in altro apposito impianto per il loro trattamento,
visto che per voce dello stesso sindaco Angelo Fasulo, il digestore dei fanghi non è al
momento utilizzabile.
2) Attivarsi con urgenza per le coperture dell’impianto e la realizzazione del
relativo sistema di deodorizzazione che risultano essere stati stralciati dal progetto
esecutivo.
3) Provvedere a collocare delle vasche di depurazioni mobili per il
trattamento dei reflui urbani.
4) Comunicare immediatamente alla cittadinanza, imponendo i giusti limiti di
balneazione, dell’eventuale sversamento in mare di sostanze non trattate o pericolose.

Nel secondo documento si è dato mandato al sindaco di provvedere immediatamente a
verificare le responsabilità, permettendo un’urbanizzazione importante della zona senza la
dovuta pianificazione e dimensionamento dei servizi, che hanno portato al collasso il biologico
di Macchitella.

Il comitato di quartiere Macchitella si aspetta che il sindaco piuttosto di polemizzare su
personali ed errate congetture, smetta di raccontare favole ai cittadini e inizi a dare risposte serie
ad un problema serio che lui stesso ha ammesso ma che fino ad adesso ha affrontato con delle
sterili riunioni, che più che tavoli tecnici si sono configurate come inutili discussioni tra vecchie
comari.
 Domenico Messinese
Presidente Comitato di Quartiere Macchitella

sabato 7 giugno 2014

I lavori di riqualificazione, devastazione di Via Omero con alberi storici sradicati.
di Eugenio Catania



La via non si presentava con un numero maggiore di alberi?


Albero sradicato?


giovedì 5 giugno 2014

Dalla presenza di almeno due porti in età pre-ellenistica allo scempio compiuto dalla classe dirigente negli ultimi 30 anni. L'inutilità delle operazioni degli esperti della "pogammazione" e della "legalità e sviluppo". 

del Comitato di Quartiere di Macchitella
La Storia della Città di Gela inizia dal mare e legittima l’aspirazione , sempre viva nel cuore dei cittadini gelesi, è stata quella di possedere un porto degno di questo nome.
Nessuna delle fonti antiche ricorda il porto di Gela, ma oggi grazie a una serie di dati forniti dagli scavi archeologici e le prospezioni topografiche effettuate nel tratto di costa compreso tra la foce del fiume Gela e il Gattano, permette di ipotizzare la presenza di almeno due importanti luoghi di approdo realizzati nell’antichità .
In età arcaica l'approdo doveva trovarsi nel tratto di costa a ovest del fiume Gela, infatti, a Bosco Littorio, ai piedi della collina sulla quale era sorta l'acropoli della città greca, le ricerche archeologiche hanno riportato alla luce i resti di un insediamento abitativo con ambienti in mattoni crudi, spesso conservati fino all'imposta delle travi di copertura.
In età ellenistica, sull’ubicazione dell’approdo, abbiamo dati più certi, infatti, su un antico approdo degli antichi Geloi i Greci realizzarono una struttura muraria in blocchi di arenaria che si protende per circa 100 metri in mare, e i suoi resti sono stati individuati più a est della banchina dell'attuale "Porto Rifugio", l’approdo fu utilizzato anche dagli antichi romani che lo denominarono "Refugium Gelae" fino a tutto il Medio Evo quando la struttura fu ampliata con la costruzione sulla spiaggia di diversi magazzini e prese il nome di "Caricatoio".
Nel 1854 il governo borbonico mandò a Terranova l'ing. Colucci, per studiare un progetto per la costruzione di un porto ma la caduta del governo borbonico seppellì quell’iniziativa.
Nel 1861, la nascita dell'unità d'Italia, la città di Terranova ricevette la promessa del porto, la promessa non fu mantenuta e i terranovesi invocarono, senza successo, la ricostruzione del vecchio "Refugium Gelae".
Nel 1868 si offrì una buona occasione alla città di Terranova, nelle elezioni politiche di quell'anno si presentarono due candidati nello stesso collegio, il terranovese Di Menza - Vella e il licatese cav. De Pasquali. I cittadini di Terranova, pur avendone le possibilità, non fecero eleggere il loro candidato e persero la forza politica per fare nascere il porto locale, i licatesi, concordi e uniti, votarono per il proprio concittadino e ottennero un deputato e il porto.
Nel 1870 il Governo inviò a Terranova l'ing. Chiavazzi, che studiò il problema del costruendo porto, scartò l'idea di ripristinare il "Caricatoio" e consigliò di realizzare il progetto dell'ing. Colucci. Poi ogni cosa si disperse nei meandri della burocrazia e il progetto del porto... affondò ancora.
Nel luglio del 1884 si tornò a parlare del porto di Gela in occasione del riordinamento dei porti del Regno d’Italia.
Nel 1903 vennero a Terranova dei funzionari governativi per... scrutare con dei cannocchiali delle pietre del "Caricatoio", ma dopo qualche giorno sparirono senza far sapere i risultati dei loro studi.
Nel 1912, dopo tante petizioni in carta bollata, Roma concesse a Gela, per interessamento dell'on. Vassallo, la costruzione di un "pontile sbarcatoio" in cemento armato. Fu una situazione di ripiego, che fu accolta con un sospiro di sollievo dalla marineria gelese. Sindaco di Terranova era allora l'avv. Antonio Giurato, il progetto del pontile pare sia stato redatto dall'ing. Bruno. All'inizio, il pontile misurava la lunghezza di duecento metri, più tardi fu prolungato di altri 170 metri e dotato di due gru per le operazioni di carico e scarico. La costruzione dell'intera opera venne a costare trecentomila lire.
Nel 1920 Roma inviò a Terranova l'ing. Musumeci, che dopo avere eseguito attenti studi dei venti sulla spiaggia antistante Gela, elaborò un suo progetto per la costruzione del porto, che sarebbe dovuto sorgere sulle basi del... vecchio “Refugium” e cioè a ovest della città, con due tratti a gomito per evitare la risacca. Si ritornò a parlare del porto con tanta speranza. Dopo la partenza dell'ing. Musumeci e dopo un'attesa durata vari mesi, calò ancora una volta il silenzio sul porto rifugio.

Nel 1925, quando si fecero le ultime elezioni politiche con il "listone" fascista, il partito mussoliniano lo promise e sorsero addirittura vicino all'ex Reale Caricatoio delle rotaie sulle quali una decauville fu caricata di pietre trasportate con i camion da San Leo. Fu pronunciato il discorso d'occasione dal dott. Calandra, davanti a un folto pubblico, tanta esultanza, sparo di mortaretti, commozione generale ma dopo le elezioni si tolsero le rotaie della decauville, e ancora una volta il tanto sospirato progetto del porto naufragò in un mare di belle parole.
Nel 1950, l'on. Salvatore Aldisio, fu eletto ministro del LL.PP. realizzando il tanto vagheggiato sogno dei gelesi.
Nel 1952 fu steso dal prof. Giuseppe Strongoli di Roma il progetto del porto di Gela e la ditta appaltatrice fu l'impresa Lavori Porto Catania, che costruì i due moli principali sotto-flutto e sopra-flutto.Dopo la costruzione del porto diversi interventi ne hanno sabotato la funzionalità ed a causa di ciò la collettività ne piange le conseguenze (potete leggere la proposta per risolvere l'insabbiamento del porto di Gela).  
Del Presidente del CQM
          Ing. Domenico Messinese

mercoledì 4 giugno 2014

dal Comitato di Quartiere Macchitella 



Nel 1950, l'on. Salvatore Aldisio, eletto ministro del LL.PP. realizzò il tanto vagheggiato sogno dei gelesi.
Nel 1952 fu steso dal prof. Giuseppe Strongoli di Roma il progetto del porto di Gela e la ditta appaltatrice fu l'impresa Lavori Porto Catania, che costruì i due moli principali sotto-flutto e sopra-flutto.
La realizzazione del porto, un sogno inseguito dai gelesi da tanti secoli, dimostrò quasi subito la sua grande utilità, senza l'allestimento del porto rifugio a ponente non si sarebbe potuto costruire il porto industriale del complesso petrolchimico dell'Eni.
Forse qualcuno è convinto che la citta di Gela non sia degna di avere un porto e dopo meno di venticinque anni dalla sua costruzione due scellerati interventi realizzati in rapida sequenza abbiano pregiudicato la sua funzionalità rendendo, di fatto, il porto rifugio inutilizzabile.
A ovest del porto rifugio, a quasi 200 metri dalla riva, furono collocate delle barriere frangiflutto che provocarono un rapido avanzamento della costa e l’insabbiamento dei fondali esterni al porto e la formazione di un’ampia spiaggia, con relative dune, a ridosso del molo di ponente che consente al vento di spostare all’interno del porto ingenti quantità di sabbia.
Negli anni '80 fu completata l’opera di sabotaggio del porto di Gela andando a modificare l’originale conformazione del porto rifugio con il prolungamento di circa 100 metri del braccio di levante, ostacolando il deflusso delle correnti che portano le sabbie dell'avanmare deviandole all'interno del sito portuale, causando il continuo insabbiamento dei fondali.
A novembre del 1991 una mareggiata portò la Motonave da carico “New Rose” ad incagliarsi tra le barriere frangiflutto ed il molo di ponente, aggravando l’insabbiamento all’esterno e all’interno del porto e a causa di una inadeguata e incompleta bonifica del relitto si è creata una bomba ecologica pronta a versare ingenti quantità di bunker in mare dal doppio fondo arrugginito del relitto della nave.
Il porto rifugio di Gela era composto da una banchina realizzata a Nord e da un molo di ponente a difesa delle correnti e dei venti che soffiano in direzione Nord/Ovest-Nord/Est per circa 200 giorni l’anno ed aveva fondali di 4-5 metri, valori rimasti pressoché costanti sino agli interventi di “SABOTAGGIO” perpetrati negli anni 80 che hanno stravolto la dinamica del porto ed hanno pregiudicato i fondali interni ed esterni al porto riducendo, di fatto, i fondali a 1.5-2 metri massimo, con il totale insabbiamento di grandi aree dello specchio d’acqua del porto e con l'imboccatura del porto con fondali molto ridotti (meno di 2 metri) e con passaggi obbligati che compromettono la sicurezza dei natanti, anche di piccole dimensioni, che in esso trovano approdo.
Per evitare il totale insabbiamento del porto rifugio negli ultimi decenni sono stati fatti diversi interventi di dragaggio e proprio in questi giorni sono iniziati i lavori per l’ennesimo intervento.
Il vero delitto è che tutti sanno benissimo, compresa la classe politica e imprenditoriale di Gela, quali sono gli interventi da eseguire per dare nuovamente il porto agibile, ma tutti fanno finta di niente, e si trincerano dietro a discutibili progetti faraonici come la realizzazione del nuovo porto rifugio previsto nel piano regionale dei porti siciliani con investimenti previsti di oltre 60 milioni di euro, che in realtà è l’ennesima presa in giro verso il popolo gelese quando con un investimento minimo è possibile restituire immediatamente il porto rifugio ai gelesi.
Il porto Rifugio è una struttura indispensabile per la città di Gela ed è fondamentale per ospitare i mezzi di soccorso e di supporto del Porto Isola e annessa diga foranea che al momento sono ricoverati nel porto di Licata, compromettendo, di fatto, il rapido intervento in mare in caso di operazioni d’emergenze come quelle che sono state necessarie il 4 Giugno e il 14 settembre del 2013 con lo sversamento accidentale d’idrocarburi in mare.
Per quanto sopra esposto, con la consapevolezza che la competenza del porto rifugio non è del comune di Gela ma della regione siciliana, si Chiede che l’amministrazione comunale di Gela si faccia carico del disagio di un’intera comunità da troppo tempo tradita e raggirata e che finalmente prenda coscienza dei reali problemi del porto rifugio di Gela e si faccia carico di inoltrare con estrema fermezza la legittima richiesta dei cittadini gelesi sino ai massimi livelli per ottenere subito un intervento urgente finalizzato a riportare il porto di Gela alle condizioni originali, rimuovendo i frangiflutti posti a ovest del porto ed eliminando il prolungamento del molo di levante, riportando l’orientamento dell’imboccatura del porto verso levante, come tutti i porti presenti a sud della Sicilia, e soprattutto di sollecitare il recupero della bomba ecologica, costituita dal bunker intrappolato nel relitto arrugginito e corroso della Motonave New Rose, che a giugno del 2013 ha rischiato di esplodere.
Si ritiene opportuno che il materiale recuperato dall’intervento di risanamento debba essere utilizzato per prolungare il molo di ponente, andando a realizzare finalmente l’unico vero intervento di miglioramento al progetto originale del porto rifugio di Gela.

Per l’impegno finanziario si ritiene doveroso coinvolgere l’ENI, considerando che un intervento strutturale nel porto rifugio è un investimento necessario per garantire il corretto supporto logistico al porto industriale e per non rendere vane le attuali operazioni di dragaggio che l’ENI adesso sta conducendo che senza interventi strutturali nel porto rifugio sarebbe rapidamente vanificato.

Il Video dell'Intervento: https://www.youtube.com/watch?v=zIj48Czapok

Il Presidente del CQM
           Domenico Messinese

domenica 1 giugno 2014


Domenico Messinese, Presidente del Comitato di Quartiere di Macchitella, ha inviato una proposta interessante per il trasporto pubblico urbano, che potrebbe essere discussa dal Comitato Civico Gela Brainstorming sul forum, ai fini del miglioramento al supporto della proposta.

L'Ingegnere  ha fatto un ottimo lavoro per ricostruire le percorrenze dell'AST e le Linee, visto che gli uffici Comunali non avevano nulla disposizione (come da immagine sotto).




(l'attuale situazione del trasporto pubblico copyright dell'Ing. Domenico Messinese e CQM)

Domenico Messinese sulla base dell'attuale situazione di inefficienza del servizio e con la stesso budget ha presentato una nuova proposta all'Assessore competente per il miglioramento del servizio di trasporto pubblico urbano: definendo linee, frequenze e dando razionalità al servizio.

(la proposta di Messinese e del Comitato di Quartiere Macchitella)

Vi invitiamo a partecipare alla discussione e a diffondere il progetto ;)

Note Integrative, Frequenze della Proposta del Comitato di Quartiere Macchitella di Domenico Messinese:

Il piano per il trasporto urbano elaborato dal comitato di quartiere Macchitella per la città di Gela prevede che gli autobus urbani abbiano una frequenza di 15 minuti nei giorni feriali  e una frequenza di 20 minuti per i giorni Festivi per tutte le tre linee urbane, tale cadenza, ritenuta ottimale per un servizio realmente efficiente, si scontra con le attuali possibilità di trovare le necessarie coperture finanziarie per il sostegno del servizio di trasporto pubblico urbano, un onorevole compromesso si è ottenuto prevedendo una frequenza per gli autobus urbani di 20 minuti per i giorni feriali  e una frequenza di circa 40 minuti per i giorni Festivi per tutte le tre linee urbane individuate.
Questa seconda soluzione porterebbe a una percorribilità annua di circa 670 000 Km con un incremento di quasi 200 000 km in più rispetto agli attuali 500 000 contrattualizzati  (per l’esattezza 474 323 secondo quanto riportato nella determina dirigenziale 627 del 6 settembre 2012).
Per iniziare sin da subito ad ottimizzare il trasporto pubblico urbano nella città di Gela, pur mantenendo una diretta corrispondenza con gli attuali chilometri contrattualizzati e per garantire le corse aggiuntive come il collegamento per il cimitero Farello o per il petrolchimico, la proposta è stata rimodulata garantendo sin da subito una Frequenza degli autobus  di 20  minuti per la linea 1  e di 40 minuti per le linee 2 e 3.
Allo stato attuale le corse realmente effettuate nella citta di Gela non hanno una reale corrispondenza con le corse e i tempi teorici contrattualizzati con l’azienda che attualmente ha in gestione il servizio di trasporto urbano, inoltre , allo stato attuale, le linee che assicurano il servizio in molte zone periferiche  hanno dei tempi di attesa tra una corsa ed un'altra anche di 2 ore e  i giorni festivi non prevedono nessun tipo di servizio.
Nella proposta di ottimizzazione del servizio di trasporto urbano avanzata dal comitato di quartiere Macchitella  è prevista anche la possibilità per gli utenti di acquistare  i biglietti tramite un semplice SMS, con addebito diretto sul conto telefonico e senza preregistrazione.
Tale servizio è di facile attivazione appoggiandosi ad un qualsiasi fornitore di Mobile Ticketing.
L’acquisto e la validazione del biglietto elettronico avvengono in maniera semplice e immediata: è sufficiente inviare un SMS contenente un testo formalizzato ( ad esempio Gela) ad un numero breve prima di salire sull’autobus.
Al costo del biglietto, possibilmente scontato, si deve aggiungere il costo dell’ SMS di richiesta che varia in base all’operatore di appartenenza. Il passeggero riceve dopo pochi istanti un messaggio che contiene gli estremi del biglietto elettronico, l’orario di emissione e il periodo di validità. La convalida del biglietto è contestuale all’acquisto e non è quindi necessaria alcuna obliterazione.
Per le operazioni di verifica a bordo è sufficiente mostrare al controllore il codice ricevuto via SMS: occorre salire a bordo avendo già ricevuto l’sms di acquisto del titolo di viaggio.

giovedì 8 maggio 2014

Scritto da Eugenio Catania

Da Dicembre 2013 (fonte articolo LinkSicilia.it) due enormi "silos" in acciaio lunghi 35 metri per un diametro di 8 ed un peso di 350 tonnellate circa sono parcheggiati al porto , di seguito la foto.


(foto di ieri 07/05/2014 - Autore Gela Brainstorming)


Questi due enormi "silos" serviranno ad implementare la produzione di energia da Pet Coke, tutto questo per incentivare il turismo e tutelare l'ambiente, molto caro agli ambientalisti locali.

Repetita iuvant
Gela - Due enormi silos sono parcheggiate al porto da circa 6 mesi, in modo da poter occultare la vista sul mare. Non si conoscono i motivi per cui è stata scelta quell'allocazione (se non aiutare la stagione estiva) e se l'ENI stia pagando un parcheggio per l'uso di quello spazio pubblico.

L'unica cosa che conosciamo con certezza  dai media cittadini e regionali, è la particolare funzione di queste due enormi "camere" cioè implementare il motore a pet coke della raffineria. Per la felicità dei cittadini, ma soprattutto per il rilancio turistico della Città, tanto caro ai realizzatori di manifesti per la propaganda politica locale.

sabato 26 aprile 2014

Gela - Nell’ultimi mesi abbiamo assistito ad un aumento  degli episodi criminali in Città, in particolare di rapine. Sono oltre dieci gli episodi di rapine consumate negli ultimi 3 mesi, non considerando il cospicuo numero di attentati incendiari su autovetture e immobili.
Il Sindaco Angelo Fasulo, dall’alto della sua torre , sembra non accorgersi di quella che ormai può essere considerata un’emergenza sicurezza.

Di seguito la lista dei furti e delle rapine avvenute tra Gennaio/Febbraio:
·         Rapina Forte del 21 Febbraio 2014
·         Furto nei cantieri rione giardinelli del 20 Febbraio 2014
·         Furto nei garage di caposoprano del 17 Febbraio 2014
·         Rapina Farmacia Eleusi del 31 Gennaio 2014
·         5 auto in fiamme del 27 Gennaio 2014
·         Rapina Forte Via Franchi del 26 Gennaio 2014
·         Rapina rifornimento Agip di Caposoprano del 16 Gennaio 2014
·         Furto al supermercato Decò del 15 Gennaio 2014
Ma cos’è successo negli ultimi mesi?

Nell’ultimo mese, la Città ha subito un depotenziamento nel comparto sicurezza. Difatti, abbiamo assistito ad una riduzione degli agenti in Città, tra i tanti agenti trasferiti è da segnalare il trasferimento della Compagnia d’Intervento Operativo dei Carabinieri (CIO)  trasferita , il 15 Gennaio 2014, da Gela a Barcellona Pozzo di Gotto.

La squadra d’intervento operativo è un team di professionisti della sicurezza capaci di intervenire e prevenire gli episodi criminali. Non si spiega il motivo per il quale la squadra sia stata trasferita, lasciando i gelesi alla mercè dei criminali.
Tra l’altro sarebbe anche da notare come, dopo la partenza della “CIO”, gli episodi di violenza siano aumentati in maniera esponenziale. Forse, perché manca quell’azione di prevenzione che caratterizza quella squadra speciale dell’arma dei Carabinieri?
Il Sindaco, invece di segnalare questa grave mancanza, dispensa il suo proverbiale ottimismo e sentimento ecumenico, ma per gli esercenti gelesi diventa sempre più difficile lavorare in questa Città.

domenica 20 aprile 2014

Gela - Da un po’ di tempo in Città è diventata “moda” tra i giovani centauri, la circolazione notturna a luci spente, lo fanno semplicemente per sfuggire ai controlli di Polizia sul casco. Quindi i controlli, invece di portare più sicurezza, portano più problemi agli utenti della strada, ma  nessuno sembra accorgersi della situazione.
Come al solito, il Sindaco e la giunta perdono sempre l'occasione per rendersi utili alla cittadinanza, prevenendo il verificarsi di tragedie già annunciate.

Quale titolare della sicurezza nel territorio cittadino, il Sindaco potrebbe ordinare la circolazione notturne di pattuglie della Municipale volte ad accertare tale pericolosa violazione, ma anche solo a multare questi giovani per avvisare le famiglie di cosa fanno.


domenica 30 marzo 2014

scritto da Francesco Salinitro


Due articoli dal Corriere di Gela di ieri (di Rocco Cerro e di Filippo Guzzanti) fanno il punto sul caso Raffineria di Gela.
Eppure la Raffineria ha già programmato da anni la chiusura della fabbrica, colpevole la città se non sarà capace di dotarsi di alternative economiche e occupazionali serie e percorribili, anche per affrancarsi più agevolmente dal ricatto, e se non saprà imporre alla fabbrica e allo Stato che la detiene, azioni di bonifica che evitino la condanna eterna a convivere con una bomba ecologica di straordinaria potenza distruttiva.
Auguro alla città e al territorio che la politica, i sindacati e pezzi dell'informazione non spingano nella direzione dell'ennesima capitolazione della città e dei cittadini a favore degli interessi, particulari, della raffineria e, in definitiva, contro la propria stessa vita.
Spero che l'azione dei cittadini non indebolisca quella della Procura della Repubblica e del TAR, per l'ansia e la preoccupazione della chiusura della fabbrica, o perchè distratti dal sacrosanto impegno contro l'eolico che deve comunque continuare.
Al neonato movimento NO PEOS auguro di diventare anche NO PET-COKE e che sappia saldare i due obiettivi cruciali per il futuro di questa parte di Sicilia. Due negatività ingombono (pet-coke e ammasso di pale eoliche). Due NO che devono coniugarsi con due grossi SI forti e chiari: SI alla bonifica e Si alla salute pubblica e alla bellezza del territorio, condizione prima per il VERO sviluppo.

Nel 2002 sotto la minaccia della chiusura dello stabilimento per l’uso illegale del pet-coke – fu emanato (a furor di popolo) uno scellerato decreto che disarmò la magistratura inquirente. La Raffineria continuò, stavolta con il crisma della legittimità, ad utilizzare il carbone di scarto prodotto dal processo di raffinazione del greggio, vendendo il surplus di energia ad Enel, senza curarsi del danno procurato all’ambiente e alla salute dei cittadini. Nell'altro articolo, Filippo Guzzanti, parla di bluff chiusura, e riporta la posizione della procura di Gela.
Arch. Francesco Salinitro
Comitato Civico Gela Brainstorming-Gaetano Gueli 

martedì 4 febbraio 2014

All’inizio del nuovo anno, ho ricevuto un messaggio, da una persona che stimo molto e con cui scambiare idee è sempre un piacere.
Nel messaggio, a parte i graditi auguri per il nuovo anno,  c’era una nota sulla Ghelas Multiservizi.In breve nel messaggio si affermava che "al nord hanno le multiservizi... Ma anche banche cooperative, e se le tengono strette” . Semplificando un po’, il messaggio era sostanzialmente questo.
Se realmente il Comune avesse una reale autonomia fiscale, sarebbe meglio liquidare la società ed abbassare  i tributi locali all’osso, lasciando al mercato il compito di allocare al meglio le risorse.  Ma visto che,comunque, il Comune è deresponsabilizzato dalla spesa, che risparmi o spenda poco cambia. I trasferimenti, infatti, piovono per la maggior parte dallo Stato e più si spende, quindi, più soldi arrivano (n.b. le cose stanno cambiando). Beh, forse, potrebbe non sembrare una cattiva idea continuare a spendere!!!
Vorrei convincere i lettori di questo giornale dei danni causati dalla Ghelas Multiservizi ma, prima di fare ciò , facciamo un passo indietro e parliamo del Comune.
I dipendenti del Comune sono circa 400. Spesso sono dipendenti di fascia bassa,  A e B (autisti,portieri, uscieri, manutentori, esecutori amministrativi ecc) e pochi sono invece i diplomati ed i laureati (quindi appartenenti  alle fasce  C ed D) – questa è una premessa importante per quello che verrà dopo.
Secondo punto: il Comune esternalizza i servizi più lucrosi e strategici a società come l'AST (per il trasporto pubblico urbano), la CO.GE.TRA (per il servizio disabili), la Politecnica (per le pratiche di condono ), la Mediamatica (gestione e manutenzione del Sito del Comune),  La Aj Mobilità (gestione dei parcheggi fino a poco tempo fa),la KSM ( vigilanza privata) e, infine, innumerevoli società per la manutenzione PC e la gestione e sviluppo dei mercati.
Quindi, cosa fa effettivamente la Multiservizi orgoglio della Città del Golfo?
La grandiosa Ghelas si occupa di manutenzione ed illuminazione pubblica, manutenzione degli impianti sportivi, servizi di choffeur, segretariato sociale, informatizzazione dei servizi cimiteriali e servizi amministrativi all’interno del Comune.
Quindi tutti servizi che il Comune potrebbe espletare con il proprio personale o, al massimo, con un’intelligente gestione dell’esternalizzazione. Ad esempio,
la manutenzione dell’illuminazione pubblica - come già fanno i Comuni vicini - la potrebbe effettuare il fornitore del servizio, comprendendo la stessa nel contratto di appalto per la fornitura dell'elettricità; la Manutenzione degli impianti sportivi potrebbe essere affidata al gestore dell’impianto; per il resto delle commesse il Comune, con i suoi 400 dipendenti, potrebbe fare da se.
Bisogna fare una scelta: dare a questa Multiservizi la “ciccia” dei servizi esternalizzati per il raggiungimento degli obiettivi dell’amministrazione o chiuderla. Perché, così non serve alla collettività, se non come erogatore di assegni di assistenza.

La Ghelas, adesso, serve solo a triplicare le spese e ad esserne un centro incontrollato ed incotrollabile.
Un Comune che fonda una multiservizi dovrebbe crearla per due motivazione, entrambe meritevoli di rispetto. Il primo, creare posti di lavoro stabili sul mercato
rendendo competitiva l’azienda per prendere commesse anche in altre Città o, secondo, per  curare bene i servizi strategici che possono generare indirettamente posti di lavoro. Ad esempio, l'organizzazione dei mercati, trasporto pubblico , parcheggi e valorizzazione del patrimonio comunale.
In entrambi i casi, requisito fondamentale di una multisevizi dovrebbe essere la flessibilitá e capacità di adattare la forza lavoro all’esigenze commesse. In questa Città la politica e la classe dirigente, sarebbero capaci di fare una gestione manageriale efficiente di una Multiservizi? La risposta è "no".....ed è sotto gli occhi di tutti. E ancora... Perché le commesse vengono adattate al personale della Ghelas e non all’utilità e agli obiettivi strategici della Città? Bisognerebbe cambiare direzione, altrimenti la società fallirà bruciando gli investimenti fatti e i posti di lavoro (fittiziamente generati).

venerdì 10 gennaio 2014

Una questione di diritto costituzionale, prettamente tecnica ed asettica come la separazione tra esecutivo e legislativo (che riporto integralmente sotto), può essere motivo di offese personali, ingiurie e metodo squadrista. Per i "grillini" l’ordalia mediatica, il linciaggio politico costituiscono cose di “ordinaria amministrazione”.
Commenti come:
·         servi del potere”;
·         capisci ciò che lecchi”;
·         aspettate le briciole dal tavolo del potere
·         ruffiano”;




Queste frasi, come sopra riportate, sono l’unico metodo con cui riescono ad interloquire, non con un avversario politico, ma con i semplici commentatori. Cosa succederà alle prossime amministrative a Gela? Come fare a tutelarsi dalle diffamazioni, ingiurie e i metodi di squadrismo?
Presto un e-book sui metodi informatici e le tutele legali per arginare il fenomeno su TiempoLibreSite.com

Allegato

I "grillini" sono rimasti al Pre-Montesquieu, cioè nessuna separazione dei poteri. 
Pur di attaccare il Presidente, farebbero carte false e quindi 
Giuseppe Lo Monaco
, incaricato a 5 stelle afferma (errando - ma non sapendolo): 
<<Ecco i nomi e cognomi di coloro che hanno votato per l'abbassamento delle royalties che le compagnie petrolifere devono pagare alla Regione Sicilia, cioè a noi cittadini, per l'estrazione del petrolio, dal 20% al 13%.
Sono il PD, UDC e il Megafono di Crocetta. L'ennesimo regalo ai poteri forti!
Ed ora chi dovrà mettere la differenza? A chi verranno aumentate le tasse per colmare questo buco? Ovviamente a pagare saranno i cittadini!
Mi raccomando, spargete la voce e dite ai siciliani di continuare a Votarli! Perchè loro sono proprio dalla parte dei più deboli!>>

Ma cosa dice?
Anche i Bambini sanno che l'esecutivo e il legislativo sono separati, se uno fa il Capo dell'Esecutivo, il caso del Presidente Crocetta, non può essere deputato.
Almeno così dice la logica e l'evoluzione del pensiero costituzione degli ultimi 300 anni.... ma anche questo simpatico opuscoletto fatto per i grillini: http://www.regione.sicilia.it/famiglia/elettorale/REQUISITI%20PER%20LA%20CANDIDATURA%202009%20-%20ELETTORALE.pdf

E pensare che Lo Monaco per avere il suo incarico all'ARS ha superato una severa selezione da parte dei grillini... una formazione universitaria economico-giuridica degna dovrebbe impartire questi concetti basilari. Ma chiediamo conferma a Filippo Guzzardi e John Horsemoon: può il Presidente della Regione essere contemporaneamente deputato e fare sia il capo dell'esecutivo che il legislatore (cioè votare leggi regionali*)?
Djibril Djibi
*fare il legislatore significa votare le leggi

giovedì 9 gennaio 2014

Il 21 Gennaio verrà inaugurato a Palermo la X edizione del master in System Dynamics che, si propone di formare esperti nel governo aziendale, con particolare riferimento alla realtà della piccola-media impresa e della pubblica amministrazione.

Questo Master di specializzazione - organizzato dal Professore Carmine Bianchi coadiuvato dal Dipartimento CED4 vice presieduto dal Prof. Enzo Bivona - è unico in Sicilia, ma anche l’unico in tutto il Sud Italia. Nonostante gli esperti in System Dynamics sono molto ricercati nelle aziende di grandi dimensioni, per la gestione dei fenomeni complessi.

Continua su VisionediOggi. - 15 Borse di Studio ex Inpdap per Master


domenica 5 gennaio 2014

di Stefano Italiano                                                    Esclusiva Gela Brainstorming - Gaetano Gueli

1 - Cenni storici
La Cooperativa Agro Verde è una grande realtà produttiva dedita alla produzione, trasformazione e commercializzazione di prodotti ortofrutticoli in Italia e all'estero con i canali della grande rete di distribuzione (METRO, COOP e altri), nata nel 1994, per mano di una ventina di giovani serricoltori operanti sui territori della fascia costiera di Gela.
Nel 2001 ha ottenuto il riconoscimento di Organizzazione di Produttori, che conserva in forza del Reg. CE 1234/2007, raggruppando, ad oggi, un centinaio di aziende dedite alla produzione di prodotti ortofrutticoli di grande qualità - prevalentemente pomodoro da mensa (ramato, insalataro, ciliegino, datterino, ecc.) -  nel rispetto di un Disciplinare di Produzione Integrata che ne garantisce la qualità e la salubrità.
Nel 2011 ha acquisito la certificazione volontaria di qualità Global GAP.

2- Motivazioni che hanno spinto l’azienda pensare al progetto agro-energetico
Nel primo decennio di attività il numero degli associati è cresciuto da 20 a 200, anche il fatturato si è decuplicato, raggiungendo quota 18 milioni di euro nel 2003. Tuttavia, già in quegli anni di crescita esponenziale, ci si rendeva conto che il mercato stava rapidamente e irreversibilmente cambiando. Infatti, si registrava il continuo calo dei prezzi di vendita  della produzione, sia a causa della concorrenza spesso sleale delle merci provenienti dal Nord Africa (Marocco, Tunisia, Egitto, ecc.), sia per la sempre maggiore concentrazione della domanda nelle mani della Grande Distribuzione Organizzata (GDO), che praticamente ha ridotto ai minimi termini la funzione dei Mercati Generali delle grandi città italiane ed estere. Proprio quei mercati che valorizzavano al meglio le produzioni di Agro Verde.
Se i Mercati Generali non avevano mai richiesto ai produttori la programmazione della produzione, la GDO, invece, ha preteso - e pretende sempre più - la programmazione della qualità (standard qualitativo preciso), della quantità (l’approvvigionamento certo di determinati volumi di prodotto) nel tempo (durante tutto l’arco dell’anno bisogna garantire determinati volumi di prodotto con lo standard qualitativo pattuito).
I piccoli e medi produttori associati, nonostante gli sforzi e tutta la buona volontà possibile ed immaginabile, non sarebbero mai riusciti a rispondere alle esigenze del nuovo mercato, perché impossibilitati a produrre tutto l’anno a causa di strutture produttive inadeguate, prive di impianti di climatizzazione, costretti a subire il susseguirsi dei danni causati dal freddo e dal caldo, durante il decorso stagionale.
L’unico modo per uscire da questa spirale, si pensò, è la realizzazione di una grande azienda, che in un solo corpo aziendale riesca ad integrare quanto di meglio ci sia a livello di strutture produttive – serre degne di questo nome - per la coltivazione in “fuori suolo” (soilless degli anglosassoni), corredate con impianti per il controllo totale dei parametri climatici: temperatura, luce, composizione dell’aria confinata nella serra.
La domanda era ed è: “Perché in Nord Europa, dove le condizioni climatiche sono praticamente proibitive - vedi Olanda – si può riscaldare, arricchire l’aria con CO2,  per ottenere produzioni molto redditizie, nonostante gli altissimi costi energetici e da noi, dove le condizioni climatiche di base sono molto più favorevoli, non si può fare altrettanto con costi molto più bassi?”
Evidentemente, la risposta è già nella domanda. Nelle nostre condizioni è sicuramente possibile.

3 - Il progetto del polo serricolo agro-energetico
Si giunge così alla decisione di portare avanti un progetto "AGRO-ENERGETICO" volto alla produzione di energia da fonti rinnovabili, integrate su serre di moderna concezione, da destinare alla produzione di ortaggi per 12 mesi all'anno, tali da garantire a regime l’occupazione a tempo pieno di 300 nuove unità lavorative, alle quali aggiungere quelle dell'indotto.
Il progetto ha l’obiettivo di abbinare alla già sperimentata attività orto-serricola del soggetto promotore la produzione di energia da fonti rinnovabili, mediante l’impiego di pannelli fotovoltaici integrati su apprestamenti serricoli innovativi. Il nuovo impianto ricadrà su una superficie complessiva di 230 ha di terreno, attualmente incolto, e prevede la costruzione di 120 ha di serre, adibite alla coltivazione in regime delle più avanzate tecniche di “coltivazione fuori suolo”, in grado di produrre 80 MW di energia elettrica.
La dotazione tecnologica prevista negli impianti agro-serricoli è molto avanzata e potrà avvalersi dell’istallazione di piccoli impianti di cogenerazione che unitamente alla componente fotovoltaica produrranno energia da fonti rinnovabili, nonché energia termica e CO2. Queste ultime, classificabili quali prodotti di scarto nei processi industriali di questo tipo, grazie alla loro perfetta integrazione con le innovative tecniche  di coltivazione agricole, garantiranno nelle serre condizioni climatiche ottimali (caldo e freddo ad libitum, secondo le necessità delle piante), nonché l’arricchimento con CO2 dell’aria in esse confinata (concimazione carbonica per potenziare l’attività fotosintetica delle piante), in modo da ottenere per dodici mesi all’anno produzioni più elevate, di qualità eccellente. La potenza prevista dei detti impianti di cogenerazione è pari a 40 MW.
Allo stato attuale l’Agro Verde riesce a produrre e commercializzare volumi annui superiori a 100.000 quintali. Però, con la realizzazione di questo progetto, grazie all’adozione delle tecniche innovative sopra richiamate, si prevede un forte incremento produttivo, cioè il raddoppio delle rese per mq., che a regime potranno quadruplicarsi.
Tutto ciò si tradurrà in un maggiore potere contrattuale nei confronti della GDO (Grande Distribuzione Organizzata) perché, contrariamente a quanto avviene oggi, si potranno garantire approvvigionamenti costanti, con elevati standard qualitativi e di salubrità per tutto l’anno solare. A titolo di esempio, possiamo allegare il contratto di fornitura siglato con “REWE”, nota catena di distribuzione tedesca, che ha voluto manifestare subito il suo interesse per l’iniziativa futura…
In un territorio soggetto all’irreversibile politica di dismissione degli obsoleti impianti dell’industria petrolchimica, già causa di forti tensioni sociali, com’è quello gelese, l’iniziativa proposta dall’Agro Verde è meritevole di attenzione, sia per l’introduzione delle tecnologie innovative in ambito agricolo ed energetico, peraltro nel rispetto dell’ambiente e nell’ottica di uno sviluppo eco-sostenibile, sia per i vantaggi socio-economici per l’intero territorio, rappresentando, in atto, un concreto esempio di collaborazione tra pubblico e privato per il perseguimento di superiori interessi a vantaggio della collettività. Infatti, viste le ricadute occupazionali generabili dall’insediamento dell’industria agro-energetica oggetto di discussione (300 unità solo nel diretto); vista la libera scelta del soggetto proponente di non occupare aree soggette a vincoli di tutela ambientale e paesaggistica, le istituzioni locali, ma anche quelle centrali, hanno voluto sostenere questo progetto adottando tutti i provvedimenti utili, ivi inclusi il pronunciamento della dichiarazione di pubblica utilità del progetto e l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio dei terreni necessari, con deliberazione n. 111 del 25/10/2011, del Consiglio Comunale di Gela, che si allega in copia.
Concludendo, rimandando per gli aspetti economici e finanziari al business plain, in copia alla presente, si afferma, in estrema sintesi, che il progetto è sostenibile dal punto di vista economico e finanziario e, non ultimo, dal punto di vista ambientale. Esso è certamente meritevole di attenzione, perché, essendo in linea con gli orientamenti socio-politici attuali, in materia di energia, di agricoltura sostenibile e dell’improcrastinabile esigenza di creazione di posti di lavoro, risponde, rispettivamente, realizzando: energia da fonti rinnovabili; prodotti agricoli, con l’attuazione di tecniche di produzione integrata; occupazione stabile, in due settori che integrandosi in uno (quello agro-energetico),  possono guardare con serenità al futuro. Infine, grazie alle scelte tecnologiche operate e alle dimensioni, ha tutte le carte in regola per divenire uno dei più grandi ed innovativi esempi in Europa nel campo delle produzioni agricole d’eccellenza e delle energie alternative da fonti rinnovabili.


                                                                           Stefano Italiano
                                                                  Presidente Coop Agroverde
Subscribe to RSS Feed Follow me on Twitter!